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PRIMI PRINCIPI: le turbine ad acqua

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Aggiornamento: 16 apr 2022

di Simone Occhipinti

 


Le turbine sono il principale metodo di sfruttamento dei fluidi in movimento per la produzione di corrente elettrica. Sono composte da uno statore (parte ferma) ed un rotore (parte in movimento) dove fra i due può scorrere acqua, vapore o gas. Nella parte finale viene installata una “dinamo” che trasforma il movimento in energia elettrica.


Il primo approccio a questa tecnologia avvenne nel 1840 con la turbina Francis (fig.2): l’acqua,

convogliata e direzionata da un tubo attorno alla turbina, colpisce radialmente le palette e provoca la rotazione.


Nel 1880 venne brevettata la turbina Pelton (fig.3), molto simile ai comuni mulini, infatti ruota grazie ad uno o più getti d’acqua diretti sulle palette a cucchiaio. A differenza della precedente l’asse di rotazione su cui è montata la turbina è orizzontale.


Dalla “turbina Francis” nel 1913 nasce la turbina Kaplan (fig.4-5). Questa presenta gli stessi componenti, ma con le palette montate sull’asse verticale. Ciò permette di variare la loro inclinazione in base alla portata d’acqua disponibile, elaborare quantità maggiori della stessa ed ottimizzare il rendimento (circa 90%).


Grazie ai moderni componenti in acciaio, che ne evitano la corrosione, è particolarmente adatta ad essere utilizzata nelle centrali fluviali.



 


 

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