- di Simone Occhipinti
All’inizio del 2021 ancora il 72% della produzione di energia italiana è affidata all’utilizzo di fonti fossili. Accanto ad una drastica diminuzione dell’utilizzo di petroli e carboni si fa strada il protagonista del panorama politico degli ultimi mesi: il gas naturale.
In fig.2 possiamo osservare come nel corso degli anni il metano si sia affermato come principale
combustibile e oggi, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l’applicazione delle sanzioni nei confronti della Russia, sentiamo il peso di questa dipendenza. I consumi annuali di gas in Italia si aggirano attorno ai 70 miliardi di m^3, che vengono quasi interamente importati, e di cui il 43% circa proviene dalla Russia.
La diffusone delle centrali termoelettriche, osservabile in fig.3-4, è frutto di una vera e propria corsa alla quale aziende come Enel ed Edison hanno partecipato: a fine 2019 erano in atto circa 50 progetti di costruzione di impianti a gas o a ciclo combinato, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Impossibilitati a sfruttare i reattori nucleari di nuova generazione, di cui parleremo a breve, la combustione rappresenta l’unica soluzione all’instabilità delle fonti rinnovabili fortemente dipendenti dal clima.
Chiudiamo la nostra breve riflessione con uno sguardo critico verso l’immagine rinnovabile con la quale viene spesso raffigurato il metano. Come già detto le emissioni di CO2 sono nettamente inferiori a quelle di qualsiasi altra fonte fossile ed il suo ruolo nella decarbonizzazione è sicuramente da protagonista, ma rimane evidente la contraddizione nell’incentivare l’energia green attraverso la combustione.
Fonti:
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