di Simone Occhipinti
La ricerca di un processo di combustione a sempre più alto rendimento ha portato alla creazione degli Impianti a Ciclo Combinato. Questi sono composti da una turbina a gas seguita da una a vapore, interfacciate fra loro da un Generatore di Vapore a Recupero (GVR):
Il primo ciclo (topping) brucia metano per produrre fumi a 1500°C e farli espandere in turbina;
All’uscita questi conservano ancora una temperatura di circa 500°C, il loro calore può perciò essere recuperato cedendolo all’acqua;
Riscaldandosi, cambia fase ed il vapore ottenuto compie un secondo ciclo (bottoming), aumentando la potenza totale prodotta senza l’apporto di alcun combustibile;
I fumi vengono rilasciati in atmosfera a circa 100°C, mentre l’acqua viene condensata e riutilizzata.
Spesso gli impianti utilizzano più GVR indipendenti fra loro per massimizzare l’efficienza del processo che nei più moderni arriva fino al 60%: più alta di qualsiasi altra centrale a combustibile.
I Cicli Combinati rappresentano ad oggi una base solida per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La loro flessibilità gli permette di compensare molto bene l’intermittenza tipica delle centrali solari o eoliche garantendo un approvvigionamento energetico continuo. Inoltre, esistono diversi metodi di cattura degli inquinanti che rendono le emissioni molto basse (circa 356.5kg/MWh di CO2) rispetto alle altre centrali a combustibile; nonostante ciò in Italia ancora non vi sono impianti equipaggiati.
Fonti:
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