di Andrea Licitra
Uno dei periodi più interessanti a livello artistico e culturale quando si parla del Giappone è senza dubbio il periodo Edo (江戸時代 Edo jidai, 1603-1868).
Fu caratterizzato dalla lenta ascesa della chonin, 町人, la borghesia, e dei suoi ideali che, inevitabilmente, andarono a riflettersi su ogni aspetto della vita nipponica. Le grandi città, specialmente Tokyo all’epoca Edo, videro un’emigrazione di massa dalle campagne e col tempo si trasformarono nei fulcri dell’arte e della cultura, come anche del commercio, del paese. Ukiyo, 浮世, letteralmente mondo fluttuante, è un’espressione molto usata in questo periodo, che ben si accosta alla classe dei chonin, intenta a godersi i piaceri che la vita di città offre senza badare troppo a quanto effimeri essi siano realmente.
Questo tipo di prospettiva è molto presente nelle opere di Ihara Saikaku, che descrive il mondo fluttuante dal punto di vista di uno che vi appartiene con simpatia e apprezzamento per i suoi ideali. I fulcri della vita quotidiana nei grandi centri erano i bordelli e i teatri, che forniscono la maggior parte delle ambientazioni per le opere dell’autore. I protagonisti sono molto distanti, dal punto di vista dell’appartenenza sociale, da quelli a cui la letteratura precedente ci ha abituato, basti pensare a “Vita di un Libertino” in cui il protagonista è, appunto, un libertino che fa del bordello il teatro delle sue gesta, o “Cinque donne amorose”, dove alla prospettiva dell’uomo viene aggiunta anche quella, inedita, delle prostitute delle case di piacere. Dati gli argomenti trattati, risulta facile pensare che a livello contenutistico questo periodo non abbia molto da offrire, tuttavia, la letteratura del periodo è da prendere per quello che è, o meglio, era: l’espressione di una classe volenterosa di abbandonarsi al piacere, nonostante la natura estremamente severa e, a tratti, estemporanea del governo dei Tokugawa.
Un tema ricorrente nella letteratura del periodo è, infatti, il contrasto tra dovere/ragione e i sentimenti umani, rispettivamente 義理, giri e 人情, ninjo. Tale contrasto spesso risulta in un doppio suicidio amoroso, climax prediletto nella letteratura del periodo.
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